martedì 31 dicembre 2019

Osteoporosi e Alimentazione

Osteoporosi e Alimentazione

L’osso è un tessuto metabolicamente attivo ove si svolge un continuo processo di rimodellamento
derivante dalla stretta interazione tra gli osteoblasti, che stimolano la formazione ossea e
gli osteoclasti che ne attivano il riassorbimento. Quando prevale l'azione degli osteoblasti (infanzia e adolescenza) l'osso si allunga e cresce; quando è a prevalere l'azione degli osteoclasti, l'osso si depaupera e tende a perdere massa (menopausa e senescenza). In realtà il processo non è rigidamente suddiviso per età, ma è continuo nel corso della vita e a seconda delle esperienze vissute dalla persona.
Traumi, incidenti, terapie ormonali, gravidanza, allattamento, malattie reumatologiche, ossee, renali, disfunzioni ghiandolari, tumori, abitudine al tabagismo, attività fisica, menopausa precoce, sono solo alcuni dei fattori che lo influenzano. 

Cos'è l'OSTEOPOROSI?
I dati epidemiologici parlano chiaro: nei prossimi 20 anni la percentuale di popolazione di età superiore a 65 anni aumenterà del 20% e con essa aumenterà l’incidenza di osteoporosi, con un notevole impatto sulla spesa sanitaria nazionale.
Nella stadiazione dell'impoverimento del tessuto osseo, occorre distinguere tra:
- OSTEOPENIA, ossia un impoverimento della matrice ossea accanto un ridotto apporto o assorbimento del calcio e della vitamina D;
- OSTEOPOROSI subclinica in cui le trabecole ossee risultano piuttosto danneggiate ed  impoverite;
- OSTEOPOROSI CONCLAMATA, dove il fenomeno non è più reversibile ed occorre un'adeguata terapia farmacologica ed alimentare.
Nella popolazione, i soggetti più a rischio sono le donne, i bambini (per cui fin dai primi mesi di vita è richiesta la supplementazione con vitamina D per evitare il fenomeno del rachitismo e osteomalacia nell'età adulta), gli anziani.
Nelle donne, il fenomeno comincia ad affacciarsi con la menopausa, poichè, la quasi totale assenza di ormoni femminili - gli estrogeni- porta irrimediabilmente l'osso a perdere massa. Dato che gli estrogeni controllano anche l’assorbimento del calcio a livello intestinale, dopo la menopausa tale meccanismo risulta ridotto, con conseguente maggiore utilizzo del calcio depositato a livello scheletrico per mantenere il livello di calcio nei limiti di norma.  È fondamentale, pertanto, che ogni donna accumuli una massa ossea adeguata durante la vita fertile per affrontare l’età della menopausa in condizioni ottimali: così, per la stragrande maggioranza delle donne, l’impoverimento fisiologico condizionato dalla menopausa non diventerà una patologia.

Come prevenire l'Osteoporosi?
Iniziando dallo stile di vita: ALIMENTAZIONE, ATTIVITà FISICA, VITA SALUTARE.
Naturalmente, per stile di vita salutare, s'intende una serie di piccole attenzioni che vanno dal non fumare, non bere alcol se non sporadicamente, fare passeggiate nella natura respirando aria pulita e lontana dallo stress della quotidianità. 
L'attività fisica è senz'altro un nodo da non sottovalutare: l'osso che lavora ogni giorno e non solo per sbrigare le normali faccende, salire le scale, andare a fare la spesa, portare a spasso il cane, ma anche impegnandosi in un'attività sportiva a corpo libero, yoga, pilates, nuoto, aerobica, jogging, danza, ecc, può fare la differenza. Questa evidenza è supportata da validi studi scientifici, fra cui la recentissima scoperta fatta nel 2018, da un gruppo di ricercatori dell'università di Bari, riguardo ad una molecola, ormone-simile, chiamata "IRISINA" : più si svolge attività fisica, più i muscoli la producono, irrobustendo le ossa e prevenendo l'osteoporosi. Una macchina perfetta. 
E veniamo all'ALIMENTAZIONE. Gli elementi principali coinvolti nel metabolismo dei minerali di cui è fatto l'osso umano, sono 2: CALCIO e VITAMINA D3. 

Il CALCIO è un minerale che abbonda nel mondo animale, soprattutto in: latte e derivati, uova , pesce ma anche in quello vegetale: frutta secca, basilico, pomodori, rucola, broccoli e cavoli, semi di soia, di lino, di chia, di sesamo, sono solo alcuni esempi. Bisogna tenere a mente quanto segue: la prima fonte di calcio biodisponibile è l'acqua, soprattutto quella di rubinetto (se potabile ovviamente). 
La biodisponibilità del calcio è essenziale perchè venga assorbito e svolga la sua azione nell'osso. Il calcio animale è abbastanza biodisponibile rispetto a quello vegetale dove spesso è accompagnato da fitati . Molti tuttavia, preferiscono fonti alternative (legumi, ortaggi, frutta secca) e pesce perché le altre proteine animali provocherebbero un aumento delle perdite di calcio urinario (acidificherebbero maggiormente il sangue costringendo l'organismo a tamponare il pH acido con la liberazione di sali basici di calcio dalle ossa). Sostengono inoltre che non esistono prove convincenti a favore del consumo di latticini in età adulta avanzata nella prevenzione delle fratture e che diete ricche di formaggi e carne sono ipersodiche e quindi favorenti un ulteriore aumento della calciuria (oltre i normali 300 mg/die). 
La VITAMINA D, è presente in natura o sotto forma di ERGOCALCIFEROLO o vitamina D2, nel mondo dei funghi, oppure sotto le vesti di vitamina D o COLECALCIFEROLO, presente nelle uova, nel latte e derivati e nei pesci grassi come salmone, tonno, acciughe e sarde, sgombroAffinchè la vitamina D introdotta con la dieta diventi D3, ossia la forma attiva, è necessario che venga idrossilata, a livello del fegato e dei reni. Malattie a carico di questi 2 organi compromettono l'attivazione di questa vitamina. 
L'alimentazione non basta a coprire il fabbisogno di questa vitamina liposoubile: ecco perchè è necessario esporsi al sole in estate un paio d'ore e dall'autunno-inverno fino a primavera, integrare con un supplemento indicato dal medico o dal vostro nutrizionista. 
Quali sono le sue funzioni?
1) Assorbimento  intestinale di Calcio e Fosfato
2) Omeostasi minerale
3) Regolazione di attività muscolare, conduzione nervosa, fattori della coagulazione, proliferazione
cellulare e utilizzazione energetica

DOSE nella norma negli UOMINI 
Età: 15 -18: 800 UI/die
        18- 65 :600 UI/die
         >65 anni: 800 UI/die
DOSE nella norma nelle DONNE 
Età: 15 -18: 800 UI/die
18-6: 600 UI/die
>65 anni: 800 UI/die

ALTRI MICRONUTRIENTI legati all'OSTEOPOROSI
- VITAMINA K Responsabile della gamma carbossilazione dei fattori della coagulazione e delle proteine della matrice ossea, in particolare dell’ osteocalcina rendendone possibile il legame con
l’ idrossiapatite
- VITAMINA C: Necessaria per l’idrossilazione delle proteine e per la formazione dei cross links del collagene osseo.

In conclusione, possiamo affermare che la prevenzione dell'osteoporosi, passa senz'altro dall'alimentazione e dallo stile di vita che si fa specialmente tra i 20 e i 40 anni d'età, in cui si raggiunge il picco di matrice ossea e dal controllo annuale della vitamina D che non dev'essere mai sottovalutato. 

mercoledì 31 luglio 2019

Dieta CHETOGENICA: facciamo chiarezza!

La dieta Chetogenica o Chetogena, è probabilmente il tema più dibattuto negli ultimi anni, nel campo della nutrizione. Se ne dicono tante e spesso, senza ragione di causa, specialmente in un Paese come l'Italia, dove, pasta, pane e pizza la fanno da padroni quando si parla di alimentazione. Vediamo bene di che cosa si tratta. Risultati immagini per dieta chetogenica

 Le centinaia di persone nel mondo che si sono sottoposte a questo approccio dietetico per varie ragioni - malattie neurologiche come epilessia o emicranie, migliorare le performance sportive in endurance oppure semplicemente per perdere peso- forniscono l'evidenza più solida dell'assoluta SICUREZZA di questo regime, quando esso, naturalmente, venga posto in essere nel modo più opportuno e scientifico possibile. A tal proposito, vi ricordo che solo Biologi Nutrizionisti, Dietisti e Medici Dietologi possiedono le competenze e i titoli per prescriverlo. 

Cosa significa il termine chetogenesi

Quando il nostro corpo è in CHETOSI, a causa di una ridotta quantità di zuccheri semplici e complessi, si innescano dei precisi meccanismi fisiologici che in altre condizioni, sono silenti, ovvero: l'energia viene ricavata dal consumo di acidi grassi presenti in riserva nel nostro corpo; inoltre, l'ossidazione dei grassi, porta alla produzione dei CORPI CHETONICI, molecole di scarto che in parte vengono utilizzati dal nostro cervello per produrre energia e in parte, vengono espulsi con sudore e urine (per questo motivo, durante la chetosi, le urine, l'alito e il sudore, hanno un odore particolarmente sgradevole). 
Per raggiungere lo stato di chetosi, non basta semplicemente eliminare gli zuccheri: è necessario infatti calibrare bene gli altri macronutrienti.
 La dieta chetogenica infatti, presenta in genere, le seguenti caratteristiche:
- è una dieta NORMOPROTEICA: cioè la quantità di proteine è proporzionata alla persona che le consumerà, che si tratti di  donna, uomo o adolescente,  la quantità è basata sulle linee guida Nazionali e va dagli 0,7-1,2 g/kg di peso corporeo per le donne ai 0,8-1,5 g/kg di peso corporeo per gli uomini; NON si tratta quindi di una dieta iperproteica come millantano alcuni ;
- è una dieta ricca di GRASSI BUONI: l'ho scritto in maiuscolo, per sottolineare l'importanza di quest'ultimo aspetto. Mi riferisco a una quantità pario al 60-70% di grassi, soprattutto INSATURI, come i celeberrimi omega3 e omega6, presenti in: frutta secca, avocado, olive, uova, burro ghee o chiarificato, olio di cocco e olio di MCT, pesce azzurro, senza dimenticare il cuore della dieta Mediterranea, messer olio extravergine d'oliva.
- gli zuccheri presenti, sono ridotti al 5% delle calorie totali che corrispondono a non più di 20-30 g al dì. Essi saranno forniti dalle verdure principalmente ma anche da derivati del latte e occasionalmente cioccolato extrafondente (benchè si prediliga quello con minimo 85% di cacao);
Questo protocollo, dura in maniera standard 21 giorni, ma c'è chi lo adopera ciclicamente, con una pausa di qualche settimana o qualche mese, reintroducendo i carboidrati in maniera complessa. C'è chi lo adopera per anni. 
Cosa NON è LA DIETA CHETOGENICA?
- non è pericolosa per la salute, se fatta con coscienza e monitorata dalle opportune figure professionali sopra menzionate;era già utilizzata 100 anni fa e attualmente è supportata da molti studi scientifici internazionali; 
- non è una dieta a zona, nè paleolitica, nè iperproteica, nè rientra in tutti gli altri regimi alimentari piuttosto "di moda" nell'ultimo decennio; 
- non è una dieta per fare miracoli: i risultati in termini di kg e centimetri sono molto differenti da persona a persona; 
- non è idonea per le donne in gravidanza, nei bambini e in alcune patologie (come il diabete mellito di tipo 1);
- non si può improvvisare!
Esiste una variante della dieta chetogenica normocalorica che è invece la VLCKD ovvero una chetogenica ipocalorica, ossia solo 800 kcal al giorno, molto più drastica, si può seguire per periodi molto limitati di tempo, poichè a lungo andare, come tutte le diete ipocaloriche, conduce allo stallo del peso. 

In conclusione, il regime chetogenico o chetogeno, in chiave Mediterranea, risulta essere un mezzo vincente non solo per portare sollievo a patologie importanti (come iperinsulinemia e diabete di tipo 2, epilessia, acne, psoriasi, malattie autoimmuni, sindrome metabolica, emicranie) ma anche per riuscire ad eliminare quel grasso corporeo ben localizzato che spesso, si fa fatica ad eliminare con una classica dieta mediterranea.